La linea della palma

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Durante una famosa intervista rilasciata a Giampaolo Pansa nel 1970, Leonardo Sciascia vaticinò un’infausta previsione. Disse che la mentalità mafiosa avrebbe risalito la penisola, come la linea della palma, alla ricerca di nuovi territori fertili su cui mettere radici, sino ad attecchire in regioni lontanissime dalla Sicilia. Bene, oggi 2012 quella desertificazione dello spazio civico pare essersi compiuta del tutto. Nel profondo Nord, nella cosiddetta capitale morale del Paese, la ‘ndrangheta vive e prolifica all’ombra del Pirellone e con la collusione della buona borghesia imprenditoriale. Fa affari, corrompe, occupa il territorio; lavora per investire sul proprio capitale sociale. E di fronte a questo scempio la prosopopea leghista diventa ancora più insopportabile. La retorica moraleggiante con cui si insiste tutt’oggi nel rappresentare una differenza antropologica tra il grigio brianzolo e il rusticano siculo – calabrese ha più a che fare con la psichiatria clinica che con la politica. Da Nord a Sud, da Milano a Palermo, l’Italietta si mostra sempre con i medesimi tic, con le stesse ambizioni, con lo stesso sprezzo della legge e dello Stato. È una guerra di tutti contro tutti, senza mediazioni e frontiere, che investe ogni propaggine della società. Serve urgentemente una rivoluzione culturale, un cambiamento radicale di paradigma che ci renda finalmente “normali”. Prima che sia troppo tardi…

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