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Botta e risposta con Giorgio Israel

Di seguito il botta e risposta con Giorgio Israel dopo il mio commento ad un suo post (leggi qui).

Giorgio Israel

Gentile Professore, ho riempito centinaia di pagine per descrivere la catastrofe della scuola e soprattutto a partire dal primo ciclo. Non sono l’unico a averlo fatto. Ha letto il libro di Mastrocola? Non saprei quindi cosa aggiungere. Che l’ondata sia arrivata meno nei licei è indubbio. Abbiamo posto anche un fragile argine con le nuove Indicazioni nazionali. Ciò posto, sì, anch’io penso che la metodologia didattica è spesso ciarpame ideologico. Il problem solving è la scoperta dell’acqua calda, l’apprendistato cognitivo e l’inquiry learning sono sciocchezze senza capo né coda. Non al limite della moralità, oltre il limite dell’ignoranza.
Lei dice che il costruttivismo è rigore? Che vuole che le dica? Non riesco a prendere sul serio il “rigore che trascende lo scopo” e la “verità negoziata”. Mi fa venire in mente la negoziazione della verità del teorema di Pitagora. E penso che si tratti di parole vuote di senso.
Infine mi spieghi: cosa intende con verifiche “sommative”? Confesso di non capirlo. Delle verifiche ottenute con processi di somma? O come si intende in docimologia, come un verifica effettuata a compimento di un processo didattico per verificare la validità delle scelte adottate in rapporto a un determinato traguardo formativo. In tale caso non vedo perché non dovrebbe piacerle: sarebbe in pieno stile costruttivista. Le verifiche “sommative” sono le più adeguate al problem solving, mentre quelle “formative” non sono valutabili. Questo almeno dicono i teorici che dovrebbero piacerle. Oppure voleva dire “sommarie”?

Orfeo Bossini

Intendevo con verifiche sommative le verifiche che si somministrano al termine di una serie di argomenti svolti, proprio per distinguerle dalle formative che invece dovrebbero compiersi in itinere. Se poi vogliamo dire che le verifiche ottenute con processi di somma sono di regola anche “sommarie”, non posso che darle ragione. Il punto è che qui lo stile costruttivista c’entra poco se, come penso, questo si caratterizza soprattutto per l’attenzione rivolta alla valutazione delle competenze (di cittadinanza!). Non è possibile valutare una competenza alta come “autonomia e responsabilità” con una prova strutturata o semi – strutturata. Nemmeno una lunga e ben discussa interrogazione può farlo. C’è bisogno di altro, di un progetto da realizzare a partire da una fase di ideazione astratta e (mi scusi) rigorosa. Ma qui mi fermo, sapendo di non poter raccogliere la sua approvazione.

Chiudo con una brevissima nota sull’ultimo libro di Mastrocola. L’ho acquistato il giorno stesso in cui ho letto la sua recensione. Divorato, perché la professoressa è davvero una brava scrittrice. Naturalmente non condivido tutti i contenuti. Credo, per esempio, che non esista una contrapposizione tra nozionismo e competenze, perché le competenze possono svilupparsi solamente a partire da una solida conoscenza dei contenuti (in questo senso, obiettivi disciplinari e finalità educative sono complementari). Credo, inoltre, che la democrazia non sia massificante o nemica del talento. Valorizza le differenze, una risorsa di cui non possiamo proprio fare a meno. Lo ammetto candidamente: sono un radical chic senza speranza!

Giorgio Israel

Allora, a proposito di democrazia, mi permetto di proporle il mio articolo che uscirà sul prossimo numero di “Scuola democratica” per mostrare come e perché la contrapposizione tra competenze e conoscenze vada superata. Vorrei anche proporle la relazione che ho tenuto al Convegno Gilda, ma è un power point e non può essere messo in rete in un blog.

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Rubric per valutare la mappa di ideazione

Con Roberto Menozzi stiamo definendo una batteria di rubric che sia spendibile per la valutazione dell’idea di progetto, secondo quello che è il modello didattico Lepida Scuola. Questo è il primo tentativo, che prende in esame il primo deliverable atteso: la mappa concettuale split tree.

L’obiettivo più “audace” che ci siamo proposti è senz’altro far corrispondere ai singoli elementi della rubric alcune delle otto competenze di cittadinanza indicate dal ministro Fioroni nel 2007, e oggi riproposte dalla Gelmini con riferimento alla certificazione delle competenze di base per gli assi culturali. Obiettivo “audace” perché la confusione delle spiegazioni e delle note a corredo delle circolari lasciano trasparire ancora l’attenzione verso una vecchia logica dell’adempimento burocratico, a detrazione dell’efficacia dell’azione didattica (obbligo_istruzione_6sett07).

Alcune avvertenze che ritroverete in calce al documento sottostante.

1. Quando nell’elemento Rispetto dei tempi della consegna facciamo riferimento alla Responsabilità, non intendiamo di certo parlare di un’autonomia di giudizio che rende l’individuo consapevole dei propri diritti e bisogni sociali. Si tratta piuttosto di una competenza legata al rispetto dei limiti e delle regole comuni.

2. In Individuazione degli utenti, gli studenti implementano le competenze Risolvere problemi e Progettare (assai simili tra loro!) perché devono costruire e verificare ipotesi raccogliendo dati (interazione con i possibili soggetti) e proponendo soluzioni complete e realistiche (scelta dei soggetti).

3. In Bisogni agli studenti è richiesta la competenza Acquisire ed interpretare l’informazione, nel senso che i bisogni di una ipotetica committenza vanno valutati nella loro reale attendibilità, secondo una schema culturale e logico che è passibile di modifiche ma che potrebbe portare i realizzatori del progetto a suggerire soluzioni diverse da quelle richieste.

4. L’elemento Obiettivi impone agli studenti di lavorare con i piedi per terra. Per fare ciò gli obiettivi devono essere concreti, devono dare una risposta ai bisogni della committenza, e realizzabili con le risorse che il contesto mette a disposizione. Verificare ipotesi attraverso i dati raccolti e proporre soluzioni sono attività che dal nostro punto di vista implementano le competenze Risolvere problemi e Progettare.

5. Interazione con i docenti è un elemento di carattere processuale all’interno di una rubric pensata soprattutto per la valutazione di un prodotto (deliverable). Secondo i principi dell’apprendistato cognitivo, il docente nel rinnovato ambiente di apprendimento a matrice costruttivista smette i panni del custode di valori e conoscenze per vestire quelli più laici del maestro di bottega. Un maestro che insegna più che i contenuti (che sono da farsi!) il metodo, con l’esempio pratico e che con l’articolazione dei passaggi che portano a compiere una determinata scelta. Considero questa buona pratica la base di una competenza fondamentale che è Imparare ad imparare, una competenza che nella sua essenza sintetizza tutte le altre.

6. Argomentazione della mappa al momento della presentazione. Attraverso questa competenza vogliamo aiutare lo studente a sviluppare non solo una buona capacità di Comunicare, anche tra codici linguistici differenti (transcodificazione da iconico a narrativo), ma soprattutto un buon grado di consapevolezza rispetto ai processi che egli mette in atto per risolvere problemi legati alla vita.

Qui di seguito il link per scaricare la mappa. Usate e diffondete, ma soprattutto fateci arrivare le vostre proposte di correzione. Rubric Mappa Split Tree

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