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Bolscèvico!

Obama annuncia il suo piano economico: tagli al deficit ma anche nuove misure per il lavoro. Il disavanzo pubblico deve scendere da 1.330 a 900 miliardi l’anno prossimo. Gran parte dell’austerità andrà a pesare sui ricchi, con la fine degli sgravi fiscali di Bush e una nuova tassa sui milionari (aliquota 30%). L’insieme dei nuovi prelievi sui ricchi e sulle imprese dovrà raccogliere 1.500 miliardi di gettito in dieci anni. Tassati con aliquote superiori anche i dividendi. Via alle agevolazioni fiscali per l’industria petrolifera. Più spese per la scuola, le infrastrutture, gli aiuti ai disoccupati. E per la prima volta il budget della Casa Bianca diventa un’applicazione iPad e iPhone: per risparmiare carta.

La nuova arma di Obama in campagna elettorale: Truth Team, la task force della verità. Su diversi siti Internet fornisce a tutti i sostenitori del presidente gli elementi fattuali per contrastare la
propaganda della destra. Verità semplici, dati essenziali da ricordare, sul bilancio di questa Amministrazione e contro le accuse dei repubblicani.

Via Federico Rampini.

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Dante nel panino

La differenza tra un taglio indiscriminato della spesa pubblica e il tentativo di impostare un progetto di lungo periodo. Tremonti sostiene che Dante non dà da mangiare? Obama non gli crede: “non taglierò i fondi all’istruzione, in questo settore al contrario i mezzi devono aumentare. Nella scuola e nell’università la spesa è un investimento nel nostro futuro.” E così decide di aumentare gli stanziamenti per l’istruzione del 21% calando contestualmente quelli per il commercio del 34%.

Leggi l’articolo di Federico Rampini

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Io sto con Marchionne senza se e senza ma

Matteo Renzi, con tempismo perfetto e nell’adempimento dei propri doveri di sindaco di Firenze, esprimeva qualche settimana fa la sua supina valutazione sulla vertenza Fiom – Marchionne: “io sto con Marchionne senza se e senza ma!”. Per una lezione di coraggio prendere esempio dal signore qui sotto…

obama

Ha davvero “detto una cosa di sinistra”. E’ sorprendentemente duro il discorso che Obama ha appena concluso davanti ai vertici della grande industria. Lungi dall’essere una resa alle richieste dei capitalisti, al vertice con la US Chamber of Commerce (l’equivalente della nostra Confindustria) Obama li ha presi in contropelo: ha denunciato tutte le battaglie di retroguardia che in passato fecero contro lo regole (dal lavoro minorile alle cinture di sicurezza….), ha rinfacciato ai banchieri il recente ritorno dei superbonus e della speculazione che furono tra le cause della recessione del 2008. Ha difeso tutte le nuove norme sull’ambiente. Ha esortato a invertire la tendenza alle delocalizzazioni “perché ha spezzato il contratto sociale”. Un intervento importante, il suo pensiero economico enunciato come non lo aveva mai fatto prima. Una moderna confutazione di quel capitalismo autoreferenziale che pretende di stabilire da solo le regole del gioco.

(Federico Rampini, Estremo Occidente)

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