Archivi tag: Silvio Berlusconi

La decadenza

Euronics

La foto mostra l’inaugurazione di un negozio di elettrodomestici e articoli tecnologici. Mi hanno detto (amici informatissimi) che la calca era dovuta alla vendita di alcuni magnifici televisori a prezzi stracciati; manco fossero rivoluzionari che assaltano i forni, penso io. È evidente che qualcosa non va se il Popolo è diventato solamente un’informe massa di consumatori. Quali diritti potrai mai rivendicare se il tuo orizzonte di senso è il centro commerciale, se l’ultima cosa che hai letto è il manuale di istruzioni del tuo telefonino? Sì, dico a te in mezzo al carnaio che hai benedetto questa meravigliosa giornata di sole con il rito pagano dell’acquisto compulsivo. Che sei pronto a santificare il Natale strisciando ancora una volta la tua già consumata carta di credito. Dove vai, chi sei… ti sfiora il pensiero della morte? Ah, beata innocenza. Pentiti finché sei in tempo! Come insegnante, il commento è amaro e cinico: se questi sono i genitori, tutti i figli sono in gran parte scusati. Come cittadino, che altro aggiungere. Lui alla fine è decaduto ma la decadenza del Paese, che si mostra anche in questi piccoli e apparentemente insignificanti dettagli quotidiani, è molto lontana dall’essere un triste ricordo di cui vergognarsi.

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IMU? No grazie…

La sintesi della politica berlusconiana è rappresentare il più possibile tic, stereotipie, e debolezze del proprio elettorato; la differenza con la sinistra, che conserva ancora nonostante tutto un minimo retaggio della tradizione pedagogica socialista, sta in gran parte qui. Berlusconi è come Zelig, si mimetizza con l’ambiente circostante per evitare qualsiasi contraddizione. Il suo scopo è fare ciò che le gente (non il popolo!) vuole, a colpi di sondaggio, e ciò che ne risulta è la totale identificazione tra leader e elettori con una conseguente reciproca remissione dei peccati. In realtà, alle spalle di questa presunta attenzione d’amore c’è un avversione profonda nei confronti delle persone. Un atteggiamento ipocrita che mi ricorda quello degli “amici” che ti spingono ad una vita leggera e deresponsabilizzata, salvo poi eclissarsi nel momento del bisogno. È difficile dire la verità ma la politica non può alienarsi questo impegno morale. Alla sinistra, in tutto questo tempo, è mancata la schiena diritta per resistere ai compromessi al ribasso; è il suo peccato capitale e tra cent’anni ne parleranno i libri di storia. Ora, l’abolizione dell’IMU su cui non voglio spendere una parola di troppo segna l’ennesimo episodio di questa triste vicenda, perché alla fine i poveri pagheranno per i ricchi. I politiconi del PD si sono arresi al populismo e all’ideologia del partito del fare. Cercavano l’efficacia del buon governo a scapito dei valori, alla fine non avranno né l’una né gli altri.

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Superomismo d’accatto

A chi non considera il principio di realtà, a chi non sa parlare un linguaggio di decente modernizzazione liberale dell’economia, di riforme pro mercato e pro lavoro, a chi cerca di turlupinarci con vecchi rancori anticasta, con cretinate sociali da lotta di classe fuori tempo, con narrazioni obsolete alla Saviano e Vendola, non sarà troppo difficile rispondere con un programma serio di riscatto e di rinascita italiana. […] Dagli arresti domiciliari si possono fare grandi cose, se un movimento e uno staff acconci fossero capaci di rilanciare l’immagine vera, quella di un prigioniero che si considera uomo libero, di un uomo accanitamente insultato, diffamato e perseguitato che sa come cavarsela alla Superman, perché usa la modestia dei suoi avversari politici e togati come il supereroe usava la kriptonite.
Giuliano Ferrara scrive oggi sul Giornale un articolo che trasuda superomismo d’accatto da ogni parola (e anche il disagio nei confronti dei principi tipico di un adulto mal cresciuto, che coglie dietro l’imposizione della legge solo capriccio e risentimento).L’intento sarebbe quello di fornire una rappresentazione titanica del leader ingiustamente condannato, che contro il destino lotta per l’affermazione di un’estetica grandiosa e sublime. Il risultato però manca l’obiettivo, perché la forza della verità si impone sulla menzogna cortigiana di questo D’Annunzio postmoderno. Berlusconi non è Prometeo ma un vile trafficone. E nessun gioco di parole potrà trasformare la sua arroganza di libertino pecoreccio in amore per gli uomini.

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Amen, fratello!

Copio pari pari dal blog di Civati questa (non per tutti ovvia) riflessione di Piero Ignazi.

Piero Ignazi dice (molto bene) una cosa importante, che avevo provato a spiegare anch’io:

Che cosa pensa del rammarico di chi dice, «sì però non l’abbiamo battuto politicamente»?

«Che mi pare ovvio che sarebbe stato più piacevole, consumare una vittoria politica. Ma è comunque sbagliata la frase, perché Berlusconi oggi non è stato sconfitto ma condannato. E non è un problema politico, è un problema giudiziario. Chi dice così, confonde pian che non vanno confusi. Giudiziariamente, Berlusconi è stato condannato. Politicamente, anzi elettoralmente Berlusconi era stato sconfitto, perché ha perso 6 milioni di voti. Poi, semmai, è stato resuscitato da questo governo».

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Berlusconi – Badoglio

 

Quale che sia l’appartenenza politica di ciascuno, è evidente a tutti che nella diagnosi di simulazione c’è l’ epitaffio di un leader politico, la fine di ogni residua illusione di trovarsi davanti ad uno statista perche la finta malattia è la risorsa dello studente pelandrone che, per marinare la scuola pasticcia quadri clinici e alza il mercurio al fuoco di un cerino, o della recluta che si infilava il mezzo toscano sotto l’ascella, o del coscritto che si infliggeva ferite di ogni genere sino al taglio di un dito, o ancora del disertore che simulava la pazzia. Berlusconi finto malato è il Badoglio di tutti a casa, il generale che si rivela più fellone dell’ultimo dei suoi fanti.

Francesco Merlo con due pennellate di poesia pura riesce a rendere tutta la meschinità di un uomo inadeguato, di un politico che più di tutti gli altri testimonia la rovina del nostro Paese.

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