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Le parole sono importanti

 

L’uso astuto e disonesto della lingua è il primo atto di ogni guerra. Dunque Berlusconi, che ha commesso il delitto, chiama “pacificazione” l’abolizione del castigo che è la guerra del delitto al diritto, l’esatto contrario della pace. E il voto del Parlamento, che è la massima espressione civile della democrazia, per Cicchitto è un “tribunale speciale” che, secondo Quagliarello, si trasforma esso stesso in “plotone di esecuzione”.
Attenzione, però, questa non è una guerra di parole ma sono parole di guerra. Non è la dialettica dei retori, non è l’eloquenza della difesa di Coppi contro i rigori dell’accusa del sostituto procuratore generale Antonio Mura, non sono le parole di Ghedini contro le parole della Boccassini, non è nemmeno la sapienza linguistica degli esperti in cavilli e in sfumature, ma è un’apertura di ostilità che fa saltare l’intero codice, è quell’offesa allo Stato che, lanciata da un ex premier, in altri tempi si sarebbe chiamata alto tradimento.

(Francesco Merlo)

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Berlusconi – Badoglio

 

Quale che sia l’appartenenza politica di ciascuno, è evidente a tutti che nella diagnosi di simulazione c’è l’ epitaffio di un leader politico, la fine di ogni residua illusione di trovarsi davanti ad uno statista perche la finta malattia è la risorsa dello studente pelandrone che, per marinare la scuola pasticcia quadri clinici e alza il mercurio al fuoco di un cerino, o della recluta che si infilava il mezzo toscano sotto l’ascella, o del coscritto che si infliggeva ferite di ogni genere sino al taglio di un dito, o ancora del disertore che simulava la pazzia. Berlusconi finto malato è il Badoglio di tutti a casa, il generale che si rivela più fellone dell’ultimo dei suoi fanti.

Francesco Merlo con due pennellate di poesia pura riesce a rendere tutta la meschinità di un uomo inadeguato, di un politico che più di tutti gli altri testimonia la rovina del nostro Paese.

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