Forse potevamo farci qualche domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull’Ilva di Taranto? Pensare di eliminare Berlusconi per via giudiziaria credo sia stato il più grande errore di questa sinistra. Meglio sarebbe stato elaborare un progetto credibile di riforma della società e competere con lui su temi concreti, invece di gingillarsi a chiamarlo Caimano e coltivare l’ossessione di vederlo in galera.
È legittimo affermare che l’intervista di De Gregori al Corriere sia un concentrato di diverse superficialità, che in quanto tali rappresentano la realtà in maniera distorta. Per esempio: come si fa a mettere insieme problemi così diversi come la vita privata dell’allora premier e l’Ilva di Taranto? Si poteva fare finta di niente, chiudere un occhio, rendersi complici del degrado delle istituzioni a cui abbiamo assistito in questi anni? Non penso. Il problema è diverso, e si chiarisce retrospettivamente alla luce delle “larghe intese”: la classe politica di sinistra, per tutto questo tempo, ha considerato Berlusconi un interlocutore d’affari, col quale sotto banco condividere onori e oneri della gestione dello Stato. Un nemico di giorno e una preziosa controparte di notte. Altro che paura di un calcio di rigore, qui la partita non è nemmeno iniziata. Perché?