L’incredibile storia dei violinisti braccianti di Santa Vittoria (trailer)

Durante l’Ottocento, a Santa Vittoria di Reggio Emilia, vivevano solamente i braccianti, i proletari della terra. Tra acquitrini salmastri, nebbie, e campi di granturco, quegli uomini abituati alla fatica misuravano l’esistenza con l’angosciante metro dell’incertezza. Mangiavano polenta, solo polenta; mai un boccone di carne. E morivano di pellagra, sporchi dei loro escrementi e folli di dolore, nell’indifferenza di una natura distante e silenziosa. E allora, per guadagnare una dignità umana, ci si poteva inventare di tutto, anche un nuovo modo di vivere e lavorare. Suonare quando il campo è addormentato, durante le feste di carnevale, o per quelle dei santi; suonare sempre e con un unico scopo: costruirsi una vita migliore. Di quella generazione di eroi sconosciuti, Arnaldo Bagnoli, un violinista popolare, un uomo semplice e nobile al tempo stesso, è stato un alfiere meraviglioso. Arnaldo ce l’ha fatta. Insieme ai suoi fratelli, tutti musicisti, ha dato vita al mitico Concerto Bagnoli, un gruppo d’archi del quale I Violini di Santa Vittoria vogliono essere gli eredi spirituali. Raccontiamo per fare i conti con noi stessi, per tessere il filo di un legame esistenziale. In queste vicende di musica, lotta, e fatica, in cui si intersecano gli alfabeti amorosi di una civiltà arcaica, il realismo magico della bassa, e l’orgoglio dei caratteri fieri, abbiamo trovato un motivo di speranza, la possibilità di un nuovo inizio. Qualcosa in cui credere.

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