Archivi tag: politica

Moderati II

La destra nella sua versione italica contemporanea non è moderata: né nei toni né nella sostanza. Della propria dismisura, anzi, si fa vanto, con accenti neo-dannunziani o neo-autoritari (a seconda dei casi, e degli attori politici): la sua ostilità al concetto stesso di legge e di garanzia costituzionale ne è la prova. Ciò che la caratterizza veramente è la superficialità, lo scambiare gli effetti per le cause, il rifiuto della critica, sostituita dall´invettiva o dall´argomento ad personam («lei dice queste cose perché è di sinistra»), l´abbarbicarsi ai luoghi comuni rafforzati dalle grida scomposte. Questa superficialità si sposa benissimo, infatti, con l´estremismo, che la destra evidenzia con abbondanza: questo, da parte sua, altro non è se non la fuga (in avanti o all´indietro) dalla complessità concreta della realtà, e della politica che voglia essere qualcosa di più che pura cosmesi o inconcludente illusionismo. Davanti a questa complessità, che per essere compresa esige profondità e radicalità d´analisi, la destra superficiale e estremista scarta, accusando chi se ne fa portatore di essere un “comunista”.

[…] E, contro ogni evidenza, tratta Pisapia da estremista – o da paravento degli estremisti – perché scambia ogni radicalismo, e ogni lungimiranza, per estremismo; perché non comprende – non avendo né l´una né l´altra qualità – come si possa essere “radicali” e al contempo “moderati”; perché ignora che essere “moderati” non significa essere egoisti, né indica solo la pratica del “giusto mezzo” ma implica soprattutto pacatezza di modi, equilibrio di giudizio, misura intellettuale e politica, rispetto di sé e degli altri pur nella capacità di opporsi all´avversario politico.

Carlo Galli, Se i moderati sono questi…, Repubblica 25/05/2011

Lascia un commento

Archiviato in Società e Politica

Moderati I

L’altra sera a Porta a Porta, in una puntata dedicata all’elaborazione del lutto per l’imminente fine del Berlusconismo, mentre era palese l’ansietà di personaggi senz’arte né parte a rischio di ritornare negli anfratti da cui li aveva tratti l’arruolamento come mazzieri a libro paga nella compagine governativa, spiccava la mascherina compunta di Enrico Letta nell’abituale tenuta da bancario; la cui unica preoccupazione era quella di smentire le critiche a Pisapia di non essere sufficientemente “moderato”.

Sarebbe finalmente ora di smetterla con questa invereconda definizione. Moderato, ma che significa? Forse il non prendere mai una posizione netta, tipo sì/ma, no/però? Vuol dire sussurrare con voce flautata amene banalità e luoghi comuni? Non disturbare il manovratore (o – a scelta – gli interessi dominanti)? La moderazione come sinonimo di impalpabilità. Ma anche sintomo dell’ipocrita ricerca dell’indeterminatezza allo scopo di acchiappare consensi a largo raggio. Insomma, l’apoteosi del “non dire” come cinica tecnologia del potere.

Pierfranco Pellizzetti, Moderato? Ma mi faccia il piacere…, ilfattoquotidiano.it, 18/05/2011

Lascia un commento

Archiviato in Società e Politica

“…se la realtà fosse così!”

 

Il famoso cammeo di Marshall McLuhan in Io ed Annie di Woody Allen.

Lascia un commento

Archiviato in Società e Politica

Mission impossible

Commentare questa lettera della ministra Gelmini (leggi qui) è un po’ come sparare sulla croce rossa, anzi sulla crocerossina. Oltre alla forma involuta e ai contenuti rabberciati, ciò che colpisce è lo sprezzo del buon gusto.

Mi dia retta signora, per preparare le prossime esternazioni si rivolga ad un buon ghostwriter. Sono professionisti impeccabili, non sbagliano una virgola e sottostanno al segreto professionale. Certo, il caso è piuttosto complesso, anzi quasi disperato. Però a Reggio Calabria, sollecitata da apposita richiesta, c’è gente capace di trasformare una zucca in Thomas Mann (o in avvocato, a piacere). In quella città fanno miracoli, lei lo sa bene, sono davvero degli esperti in missioni impossibili.

Lascia un commento

Archiviato in Società e Politica

Profilo Scilipoti

20110516-122039.jpg

Di fronte a certi spettacoli, mi mancano terribilmente quei politici della prima repubblica che riuscivano a non perdere, anche nelle occasioni più difficili, un contegno degno delle istituzioni che essi rappresentavano.

Erano diafani come ombre dell’aldilà, parlavano un idioma ai più sconosciuto, che necessitava di una abilità linguistica superiore per essere tradotto. Costruivano sistemi di idee che si reggevano sull’impalcatura di una logica ossimorica e meravigliosa (le convergenze parallele!). Erano corrotti, ma sentivano il dovere (anche pedagogico) di tenere alto il livello del dibattito.

Questa passione dialettica oggi è stata ammazzata dall’infausta idea che il politico sia un uomo come gli altri e non un esempio di comportamento. Alla faccia della cultura del merito, si può fare politica, e la si fa meglio, beandosi della propria mediocrità. In altre parole, al profilo istituzionale oggi si è sostituito il profilo Scilipoti, l’ultima frontiera del berlusconismo e della moda dei reality show.

Esso consiste nel surrogare le logiche paradossali con una retorica alla supercazzola, per disorientare l’interlocutore e per evitare a tutti i costi la coerenza. Il profilo Scilipoti prevede inoltre il richiamo obbligatorio ai valori cardine su cui poggia la nostra società (dio, patria, e famiglia), un attacco al moralismo strisciante e imperante, un elogio della libertà, e una parola buona per tutti.

Certo, la concorrenza è spietata e a volte sleale. Altri provano ad imporre sulla scena mediatica il loro stile (Santanchè, Stracquadanio, La Russa, Gasparri etc), ma a mio modesto avviso Scilipoti resta inarrivabile, in quanto autenticamente legato ad un’idea estetica della comunicazione, ad una passione verace: sfogare un fanciullesco desiderio di prenderci tutti per il …

Di seguito un esempio eccezionale del profilo Scilipoti. Ascoltate dal minuto 8.30 sino a 13.00 c.ca.

Lascia un commento

Archiviato in Società e Politica