Conservo l’idea che un artista sia soprattutto oggetto e non soggetto della propria forza creativa e che quindi non possa in alcun modo pianificare il proprio futuro lavorativo. E allora, come si può annunciare urbi et orbi la fine di una carriera musicale o letteraria? Non è che in questa ostentazione si nasconda una pochezza di spessore “spirituale” o, detta più laicamente, una sorprendente mancanza di buon gusto?

Francesco Guccini
Molto condivisa l’idea dell’oggetto e non del soggetto.
C’è tuttavia una possibile spiegazione: la creazione di un prodotto anche artistico è fatto del 10% di ideazione e 90% di traspirazione. D’accordo sul poter essere travolti dal 10%, però questi signori forse si stanno arenando sul 90%.
enzo
Posso capire la stanchezza, la mancanza di stimoli, anche la perdita di entusiasmo per la vita. Ma non la necessità di rendere pubblico un aspetto così intimo della propria vicenda esistenziale… alla fine tutto diventa show.