Questo libercolo, pubblicato postumo, è una perla preziosa. Leggetelo lentamente, dimenticando le facili rappresentazioni manualistiche che tratteggiano uno Schopenhauer pessimista e cinico. Andate al di sotto della scorza dello stile clinico e dei contenuti tecnici. Considerare certe frasi sconsolate come se fossero statue di Sileno che nascondono un tesoro
se questa non ci fosse [la naturale slealtà del genere umano], se nel nostro fondo fossimo leali, in ogni discussione cercheremmo solo di portare alla luce la verità, senza affatto preoccuparci se questa risulta conforme all’opinione presentata in precedenza da noi o da quella dell’altro.
perché è proprio in questa franchezza allergica ad ogni forma di ipocrisia che scoprirete un filosofo diverso. L’uomo pietoso tradito da alcuni impercettibili ma significativi slittamenti del tono: amare constatazioni che attestano l’irresolubile frizione tra tra mediocrità e valori:
l’interesse per la verità, che nella maggioranza dei casi è stato l’unico motivo per sostenere la tesi ritenuta vera, cede ora completamente il passo all’interesse della vanità.
Il fatto è che Schopenhauer è un ribelle e il suo no alla vita si riverbera oltre le catene di affermazioni e obiezioni che accompagnano la lettura. C’è il mondo e c’è il mondo così come potrebbe essere realizzato. Sotto la superficie, l’obiettivo polemico trasmuta. Non tanto l’avversario, con il quale condividiamo i prerequisiti fondamentali che rendono possibile il confronto. Quanto i portatori di una verità dogmatica (dialettici logici) e gli indifferenti; entrambi sprezzatori del dibattito e di conseguenza dell’interlocutore stesso.
E allora benvenuto lo scontro, che può essere incontro e apertura all’altro. Frantumare la vanità, l’egoismo, l’individualismo, per costruire un’armonia sociale da opporre alla tragicità dell’esistenza. Buona lettura…